Io sono convinta di tutte quelle belle e giuste cose edificanti che come parabole vengono raccontate e ri-raccontate. Sono convinta della necessità di seguire delle regole, nel giardino e sul balcone -e anche in altri luoghi.
Sono convinta che non ho letto abbastanza la
garzantina di giardinaggio e altri libri obbligatori (ho letto però, fino a cavarmi gli occhi, il forum di
giardinaggio.it).
Sono convinta di cose banali, tipo che con troppa acqua le piante in vaso annegano, marciscono e che con troppo poca soffrono e seccano. Lo so dalle elementari, come tutti.
Eppure, il mio ritorno dopo questa lunga e strana estate ha messo in crisi molte delle mie certezze.
Da sole, nell'estate più calda degli ultimi anni, le piante del terrazzo se la sono cavata egregiamente. Molto meglio, oso dire, che se le avessi covate ogni giorno con concime e annaffiatoio. Certo, avevano l'irrigatore automatico, ma impostato sul minimo necessario alla sopravvivenza onde evitare inondazioni ferragostane di sottostanti.
Ecco cosa ho trovato:
Rose più fiorite di quando sono partita.
Glicine rigoglioso.
Camelia in ottima forma
Bambù belli piena di lifa e foglie
Ma soprattutto.
Soprattutto.
Orchidea phalenopsis, abbandonata rovesciata o quasi in sottovaso riempito d'acqua, meravigliosa, lucida e con un nuovo emozionante piccolo
keiki (il primo della sua e della mia vita).
Sul ballatoio, poi, la situazione è ancora più sorprendente. In questo caso le piante, non solo bagnate, ma stra-bagnate da chi di dovere e dalla generosità dei vicini, invece di marcire e annegare, sono diventate una jungla lussureggiante di mille verdi diversi. Mai state così belle, così sane e così felici.
Regole o keiki? Non so.