Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


martedì 3 gennaio 2012

Un lago che assomiglia a un orto.


Forse per simpatia degli elementi, dal momento che sono in partenza per un piccolo viaggio veneziano, alla ricerca di giardini sentimentali tra calli, acqua e canali. Forse per serendipity e sicuramente per un dono, ho incontrato gli orti galleggianti del lago Inle, in Birmania.
Lago generoso, di cui sono figli e custodi gli Intha, un gruppo di circa 70.000 persone che delle sue acque vivono, nelle sue acque pescano. E che le sue acque coltivano.


I floating gardens sono isolette di pochi metri metri quadrati, costruite con alghe, fango, gigli selvatici e canne di bambù, che vengono coltivate con cura, da giardinieri che si spostano in barca tra una pianta e l'altra.


Sopra crescono rigogliosi pomodori, cipolle, insalata, riso, ma anche fiori colorati per ornare le case e i templi, tutti perfettamente abituati ad avere le radici sempre a mollo, proprio come i loro orticoltori.

foto dalla rete (ringrazio i viaggiatori)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma che meraviglia! ♥

giulia capotorto ha detto...

:-) Buon anno!Un bacio, giulia

lorenza zambon ha detto...

giulia grazie!i tuoi auguri mi scaldano il "vecchio" cuore. che il tuo giardino fiorisca lussureggiante ( almeno come quelli che vedo qui, bellissimi. interessante post!) se un giorno vuoi che ci inventiamo qualcosa per l'Isola, possiamo chiaccherarne un po'.un abbraccio!

giulia capotorto ha detto...

Ciao Lorenza, bello che sei passata qui. Non vedo l'ora di incontrarti e chiacchierare e farmi ispirare. Un abbraccio forte, giulia