Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


giovedì 9 febbraio 2012

La cerbiatta di Hemingway.


"In una tempesta di neve uno può trovarsi vicino ad animali selvatici, senza che questi si spaventino. Attraversano zone intere senza sapere dove sono e qualche volta una cerbiatta si appoggia al muro sottovento della tua capanna. In una tempesta di neve ti può capitare di raggiungere un alce e l'alce prende il tuo cavallo per un altro alce e ti viene incontro. In una tempesta di neve, hai sempre, per un certo tempo, la sensazione di non avere nemici".
(Ernest Hemingway, Per chi suona la campana, Oscar Mondadori, pag. 196-197)

cervi ad Alfedena (corriere.it)

Ho ancora davanti agli occhi l'oblò del binocolo.  E mio zio Jacopo che mi diceva guarda e io dicevo sì che belli, senza convinzione, perché in realtà vedevo solo pietre, sul crinale della montagna e non riuscivo a distinguerli dalle rocce marroni e nere . Poi li ho visti, gli stambecchi, ed ero molto molto piccola. Li ho visti davvero, ho urlato di gioia e non me li dimentico più.

Un'altra volta ero già grande e camminavo in montagna, senza aspettative oltre a quelle di un passo dietro l'altro. Proprio dietro un tornante del sentiero, ho alzato gli occhi e di nuovo li ho visti. A distanza di una carezza, tre cervi stupiti. Immobili ci siamo guardati, per un istante dilatato, che se ci penso non è ancora finito. Un istante che dura una vita, sospeso fuori da ogni calcolo di tempo. Ci siamo guardati, immobili, senza respirare. Poi ho sbattuto gli occhi, e i cervi, accompagnati da un fruscio d'erba, non c'erano più.


lupi a Trasacco, (corriere.it)

E oggi, l'emozione delle immagini abruzzesi scioglie un poco la neve (anche se i lupi, io dal vero non li ho ancora mai visti).

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