Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


giovedì 6 settembre 2012

Regole e keiki.



Io sono convinta di tutte quelle belle e giuste cose edificanti che come parabole vengono raccontate e ri-raccontate. Sono convinta della necessità di seguire delle regole, nel giardino e sul balcone -e anche in altri luoghi.

Sono convinta che non ho letto abbastanza la garzantina di giardinaggio e altri libri obbligatori (ho letto però, fino a cavarmi gli occhi, il forum di giardinaggio.it).
Sono convinta di cose banali, tipo che con troppa acqua le piante in vaso annegano, marciscono e che con troppo poca soffrono e seccano. Lo so dalle elementari, come tutti.

Eppure, il mio ritorno dopo questa lunga e strana estate ha messo in crisi molte delle mie certezze.
Da sole, nell'estate più calda degli ultimi anni, le piante del terrazzo se la sono cavata egregiamente. Molto meglio, oso dire, che se le avessi covate ogni giorno con concime e annaffiatoio. Certo, avevano l'irrigatore automatico, ma impostato sul minimo necessario alla sopravvivenza onde evitare inondazioni ferragostane di sottostanti.
Ecco cosa ho trovato:
Rose più fiorite di quando sono partita.
Glicine rigoglioso.
Camelia in ottima forma
Bambù belli piena di lifa e foglie

Ma soprattutto.

Soprattutto.

Orchidea phalenopsis, abbandonata rovesciata o quasi in sottovaso riempito d'acqua, meravigliosa, lucida e con un nuovo emozionante piccolo keiki (il primo della sua e della mia vita).


Sul ballatoio, poi, la situazione è ancora più sorprendente. In questo caso le piante, non solo bagnate, ma stra-bagnate da chi di dovere e dalla generosità dei vicini, invece di marcire e annegare, sono diventate una jungla lussureggiante di mille verdi diversi. Mai state così belle, così sane e così felici.

Regole o keiki? Non so.

5 commenti:

Marcella Scrimali ha detto...

Ben tornata dopo una lunga estate! Confermo che le piante sono imprevedibili e negli anni ho maturato una certezza: quelle in vaso sono destinate a vita effimera (parlo delle mie, naturalmente) Un anno mi muoiono per troppa attenzione, l’anno dopo per controllato disinteresse. Il mio balcone è bello solo quando, alla fine dell’autunno, ho rimpiazzato con nuovi acquisti le perdite subite in estate. Goditi questo momento felice tra le tue piante perché …”Del doman non v’è certezza” .

giulia capotorto ha detto...

Io -giardiniera da balcone- non ho grande esperienza al di là di vasi e balconette. Confermo tutto quello che dici:l'imprevedibilità assoluta di quello che accadrà. Ma c'è qualcosa di bello in tutto ciò, trovo.
Bello ritrovarti Marcella!

gpernigotti ha detto...

per avere un bel terrazzo ci vogliono, secondo me: un bel terrazzo (come il tuo), la pazienza, un poco di tempo e di acqua, gli amici quando non ci sei, la fortuna, anche(vero Marcella) qualche pianta nuova ogni tanto. E questo è un buon inizio.
Io avevo un bel terrazzo fiorito a Genova. Ecco non guasta un clima dolce.
Da che mi son nati i bambini la casa è cambiata, ma anche tanto il terrazzo. Molte piante sono morte, ma le più resistenti e coraggiose sono rimaste. Girandole colorate e nanetti gli facevan compagnia.
ben tornata! bel bolg! Maddalena

Gabriella ha detto...

Ben tornata, carissima! Se ti può consolare, la regola base della francese "Grammaire des jardins" è: "Faites peu, mais bien; faites tres peu, mais tres bien; faites rien, mais parfait". Chissà se vale anche per la 'coltivazione' degli alunni...

giulia capotorto ha detto...

@Maddalena. Concordo su tutto. Soprattutto su nanetti e girandole, che per me non possono mai mancare di fiorire nel mio terrazzo-giardino del cuore...
@Gabriella. Per gli alunni credo che sia un po' diversa la faccenda...forse è più "fate tanto, fate perfetto". Ma questo me lo sai dire di più tu :-)