Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


martedì 14 febbraio 2012

Rosy e la signora dei fiori di carta crespa.


Oggi ho voglia di parlare di cura, e di resistenza sentimentale, che poi sono le parole che compaiono nell'intestazione di questo blog e che sono i concetti che definiscono il giardinaggio come lo intendo io.
Non per forza si tratta di coltivare piante con la clorofilla, ma sempre si tratta di coltivarsi.


La prima storia è quella di Rosy. Già il nome, d'altra parte, è un'indicazione. Non so quanti anni abbia, non so dove viva la notte e se abbia avuto freddo in questi giorni di gelo, ma credo di sì.
Al mattino la incontro seduta su una piccola sedia pieghevole all'inizio di via Carducci, quasi alla stazione di Cadorna. Davanti, sul marciapiede, qualcuno (forse lei) ha disegnato una grossa margherita un po' infantile, molto colorata, che delimita il suo spazio, anche se molti di fretta al mattino non se ne accorgono e la pestano.
Rosy ha sempre tantissimi passeri intorno, e anche qualche maldestro piccione, a mangiare le briciole di pane che lei regala.
Con i gessetti colorati e la lacca per capelli come fissante fa segnalibri su cartoncini neri: rose, margherite, tulipani, ma anche cigni dal collo lungo, con uno stile molto preciso e per niente scontato. Tutti i giorni, anche se piove lei è lì e disegna. Ha un raccoglitore pieno e qualche segnalibro riesce a venderlo.
Non chiede l'elemosina, disegna fiori.


La seconda storia è quella di una signora di cui non conosco il nome, ma sta nella stazione di Garibaldi. Ha gli occhi molto gentili e secondo me non vive in strada. Vende fiori. Di carta crespa. Anche qui margherite, rose, o fresie, per esempio. Li tiene in un cesto, tutti insieme, vicino a un cartello con scritto "Li faccio io, con amore". E li fa davvero con amore. Quando ti fermi a comprarne uno, lei sceglie il più bello, lo sistema bene con le mani, e poi a volte ci aggiunge dei puntini fatti con l'uniposca. Anche lei non chiede l'elemosina, vende fiori.

Rosy e la signora dei fiori di carta crespa hanno un meravigliosa dignità e ci ricordano che la bellezza e la cura salvano il mondo. Se le vedete, portatevi a casa un fiore.

7 commenti:

dona ha detto...

Bellissimo. Grazie.

Marcella Scrimali ha detto...

In questo giorno ormai divenuto così sdolcinato delle storie di vero "sentimento". Grazie ed a presto

giulia capotorto ha detto...

Grazie a voi per quello che dite. E' un post per me molto "sentito“ e quindi mi fa particolarmente piacere (tra l'altro non avevo fatto caso che l'ho scritto proprio a San Valentino...) :-)

Valentina ha detto...

che belle cose hai raccontato. grazie, e grazie per essere passata sul mio blog...
giardinaggio sentimentale è un nome davvero speciale per un blog, sono contenta di averlo trovato quasi per caso...

giulia capotorto ha detto...

è che credo ci sia una specie di filo (o di strada di briciole di pane) che fa scoprire quasi per caso le cose che ci sono più affini e che sentiamo più vicine. A me è successo con le tue piccole cose. Grazie.

Valentina ha detto...

a te :-)

lorenza zambon ha detto...

queste sono le storie che mi piacciono di più, grazie giulia. bisogna saper vedere le piccole cose meravigliose che incontriamo ad ogni passo