Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.
lunedì 31 marzo 2014
Central park da marciapiede.
Visto con gli occhi di un seme d'erba, il mondo è ben ricco di opportunità. Geneticamente predisposto all'ottimismo, come quasi ogni essere vivente sulla terra tranne l'uomo e il dodo, il seme si intrufola un po' dappertutto e si moltiplica, aiutato dal vento o dalla provvidenziale scopa di saggina di un portinaio cingalese. Così succede che, in mezzo all'asfalto di un marciapiede, i resti di un palo della luce divengano culla di un minuscolo e lussureggiante central park milanese.
Grazie a Moe Mann per la foto.
giovedì 27 marzo 2014
Emilio Salgari non abita qui. O sì?
Intanto mi dico che forse qualcosa è cambiato.
Emilio Salgari ha scritto di pirati, corsari e jungle nere, di Papuasia e di Mompracen, naturalmente di tigri e perle e di Sandokan. Fece immaginare l'esotico e l'avventuroso a migliaia -milioni?-di ragazzini affamati d'evasione. Usò l'immaginazione per costruire cattedrali di liane e pietre preziose.
E tutto senza mai uscire dall'Italia. Senza averli visti mai, quei luoghi, tranne che con gli occhi "interni", quelli che solo qualcuno possiede.
Io non sono come Salgari, e da quando non ho più il mio terrazzo boschivo, fatico a parlar di giardinaggio. È questo, insieme a una bimba che cresce, il motivo del mio lungo viaggio d'assenza. Ho un piccolo balcone, esposto meglio, bisogna dirlo. Un sud-est gentile per piante meno ombrose. A lungo è stato disabitato d'amore.
Forse ora è arrivato il momento. Perché Salgari insegna, e forse abita qui.
p.s. Ma un terrazzo o un giardino tornerà.
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