Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


giovedì 1 dicembre 2011

Nonostante tutto, il bosco avanza.



Che la foresta abbia un'anima profonda, mutevole proteiforme e magica, ce lo insegnano i miti, le fiabe e anche le nostre esplorazioni notturne nella terra del sogno. Lo sappiamo da soli, quindi, ma fa bene comunque apprendere che le forze boschive, quest'anno, si sono conquistate nuovi territori, dove c'era l'incolto e l'abbandono. La natura non ama i buchi e la vita riempie gli interstizi.
Sul Corriere di ieri, la notizia di una piccola rivincita dei boschi lombardi sul cemento era nascosta tra spread e Merkel, ma lo stesso non poteva passare inosservata.

"Nel 2010 i boschi  sono arrivati a occupare 6.200 dei 24 mila chilometri quadrati della Lombardia, guadagnandone circa 10 rispetto all'anno precedente, la superficie di 1.350 campi da calcio".

I più numerosi, qui in Lombardia, sono i faggi (fagus sylvatica), poi i castagni (castanea sativa), poi gli abeti rossi (picea abies), divinità minori, che proteggono scoiattoli e uccelli selvatici. E anche noi.

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