Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


mercoledì 2 dicembre 2020

E liberaci dai contorni.

   
 
Identica a se stessa dall’inizio dei tempi, rende identica ogni cosa, cancella rumore e definizioni, nasconde plastiche, lamiere e mostri architettonici, rende gemelli pero, melo e se il forcone è rimasto fuori, rende gemello anche lui. La neve copre le aiuole e l’orto, i sentieri e i marciapiedi, come un orologiaio riporta indietro le lancette a prima dell’asfalto e del cemento armato, a prima ancora, in un tempo sospeso, e azzerato. Solo il mutare delle pennellate di luce ricorda che nulla è fermo, persino quando lo sembra, e lo ricordano anche gli alberi, che si scrollano come cani bagnati, e i voli temerari di pochi uccelli. Insieme ai rami di inchiostro, diventano protagonisti pali della luce e fili dell’alta tensione, generoso insperato mimetismo naturale.
 
Ringrazio i fiocchi perché rendono uguale anche me, mi ammantano di bianco, mi nascondono, cancellano mostri, temperano angoli e ammorbidiscono spigoli, mi fanno pensare pensieri banali, mille volte pensati, comporre haiku mille volte scritti, guardare luoghi e vederli identici ad altri luoghi, qui, altrove, lontano, lontanissimo persino (penso a Siberia, Canada, Appennino, a scorci di parchi cittadini, penso agli affreschi nevosi di San Fiorenzo, Palestina piemontese).

Con i fiocchi cade la presunzione, l’antipatico scudo dell’unicità. Nelle infinite fotografie, una fotografia sola, e tutti ci sentiamo un po' più liberi dai contorni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Lo so, lo so che esiste la neve dei poveri, dei rifugiati, dei profughi, di chi non ha scarpe e macchina fotografica. Lo so, e quello che faccio –ed è niente- appendo palline di grasso ai rami per cince e verdoni).

 

2 commenti:

simo ha detto...

...vorrei imitare questo paese adagiato nel suo camice di neve...Gianni Rodari, e invece sotto il sole australe, nuda, non ho scampo. Scrivi Giulia tutte le stagioni, sei bravissima.

giorgio giorgi ha detto...

La neve copre tutto di bianchetto e offre pagine vergini alla nostra immaginazione.