Ulivi o palme intrecciate. O anche entrambi, in mano a signore più
o meno anziane, mariti in equilibrio tra giornale e pasticcini, bambini
sventolanti dai passeggini, e in realtà in mano un po’a tutti sul sagrato, a immaginarsi
“strumenti di pace”, come da dentro la chiesa canta stonata la canzone.
“Strumenti di pace, strumenti d’amore”.
Sarebbe senz’altro bello essere così, e bastasse un ulivo per compiere
la trasformazione. Ma riflettendoci, bello lo è, e subito, e ora, avere a portata di mano un
rito di benedizione. La si pensi come si vuole, o come si può. Non entro in
nessun merito religioso, che ognuno –e io per prima- si rivolga in libertà ai
suoi numi ai suoi lari ai suoi penati o alle sue stelle (rivolgersi a nessuno è molto molto difficile e non invidio chi ci riesce). Dico soltanto grazie
per una benedizione semplice umile e gratuita di un rametto d’ulivo, che non si sa mai,
e sta bene in mano.
Oggi per i cattolici è la domenica delle Palme e davanti alle chiese si benedicono i rami d'ulivo. In Liguria (e forse anche altrove) c'è la tradizione delle foglie di palma intrecciate.
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