Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


giovedì 3 aprile 2014

Green Utopia al Fuori Salone 2014.




Piace, non piace, dispiace. E tutto questo insieme. Il Fuori Salone è l'evento fighetto di chi vuol essere creativo e di chi vuol dire la sua, e dire che c'era. Dal mio punto di vista, ho sempre preferito il balcone al Salone e il fuori al Fuori Salone. Sono per natura più disordinata degli architetti e più a-progettuale dei designer. Adoro l'architettura spontanea (quella definita vernacolare), la casa organica di Maruzza Musumeci e mille altre cose che starebbero nel Design District come gatti in gabbia, se mai a qualcuno venisse in mente di metterceli.
Sarò pure via, in quella settimana, e un po' mi dispiace, a dire il vero. Avrei voluto, almeno un poco, girare per la città tra baffi, borse di tela e passeggini tre ruote da nord Europa, a cercare sentimentalismi verdi e giardini segreti, sperando di non incappare negli ennesimi bancali reuse e negli orti da balcone o da scrivania (e tantomeno nei boschi verticali!).

Chissà come sarà la Green Utopia alla Fabbrica del Vapore di via Procaccini? Il comunicato stampa usa il solito linguaggio che respinge contadini e passeri,

"visitando GREEN UTOPIA, uno degli eventi di SHARING DESIGN, la manifestazione a cura di Milano Makers, si potranno toccare con mano le proposte più innovative dell’abitare e del vivere green. La città vegetale vivrà di giorno con laboratori e workshop operativi di autocostruzione mentre la sera si accenderà di luci, proiezioni, musica, teatro, performance trasformando l’utopia green in uno spettacolo continuo. Il focus di attenzione è verso le tecniche dell’architettura vegetale e alternativa. L’uso in architettura e design dell’elemento vegetale, considerato come materiale primario della costruzione, è un nuovo atteggiamento che considera il verde come l’ambiente ideale per la vita dell’uomo. La città che ne deriva tende a portare dentro di sé la foresta togliendo il confine fra natura e costruito".

ma so che c'è Lorenza Zambon, il 12, a presentare il suo libro, e già per questo ne val la pena, e poi altre cose  fragili di paglia e fili d'erba che indagherò, almeno virtualmente.

E chissà la Cascina Cuccagna? Lì di sicuro baffi, bambini e bancali, ma magari anche qualche buona scoperta.



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