Mettere
le radici è una metafora usata e abusata per significare che si è deciso di
fermarsi. Dopo lungo andare, o dopo qualche girovagare non importa. Noi abbiamo i piedi che ci possono
portare lontano, le piante –almeno in natura- si possono certo spostare, ma con
metodi che appartengono solo a loro, grazie al vento, alle api, e a tutte
quelle cose che sappiamo.
Poi
ci sono le piante in vaso. Quelle sono un po’ come i pesci rossi nella loro
boccia di vetro, o se vogliamo, come le chiocciole nel loro guscio. Possono
spostarsi stando ferme, per dire. Magari perché d’inverno fa freddo e vengono
ritirate in veranda, magari invece per prendersi un’acquazzone primaverile che
pulisca foglie e pori, magari spesso per traslochi in altri balconi o in altre
città. Non è che amino farlo, ma le radici non sono un impedimento.
L’altro giorno, costeggiando
a piedi un piccolissimo luna park di quartiere, mi sono accorta che, proprio
davanti a uno dei camper dove vivono i giostrai e i loro famigliari, a
fianco di un tappetino consumato con scritto welcome, stava a prendersi il fresco della sera un
ficus benjamina nel suo vaso di plastica.
Oggi qui, domani chissà,
dentro e fuori dal camper insieme allo zerbino e a un’idea di casa, mobile, ma
molto precisa e, a suo modo, consolante. E ho pensato due cose. La prima è che quelli che si spostano,
per desiderio o per necessità, forse ci provano sempre, a ricrearsi intorno un
micromondo familiare, una specie di vaso di plastica dove ci si sente (o si
prova) a sentirsi a casa. Per i più fortunati c’è un camper con uno zerbino e
una pianta, per molti molti altri, ci sono delle fotografie in tasca, o una
catenina appesa al collo, o una lettera d'amore. La seconda cosa che ho pensato è che
casa è dove c’è una pianta di cui prendersi cura, che rende meno ignoto lo
sconosciuto, meno straniero il buio, quando le luci delle giostre sono spente e
solo i lampioni illuminano il parco.
p.s. La foto in copertina, come tutti saprete, è un fotogramma di Leon, che racconta con molto struggimento di case perdute e ansietà di radici.
Nessun commento:
Posta un commento