Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


giovedì 7 aprile 2016

Qualcosa è cambiato, qualcosa no.


La differenza principale rispetto a prima è che ora ho un balcone a sud.  Amo le asparagine e i falsi papiri, sempre le aquilegie, le muehlenbeckie, i nastri (falangi) e le edere, con cui però ho un feeling discontinuo e precario. Ho quasi del tutto rinunciato alle aromatiche che mi sono sempre apparse in vaso stentate e filamentose, e che comunque non so usare nelle frittate. Dimentico quasi tutti i fiorellini stagionali, dalle primule alle petunie alle belle di vetro (quando avrò un giardino ne riparleremo). Persevero mio malgrado con le kalanchoe rinselvatichite che mi amano davvero e di questo amore  sono premiate. Lascio le piccole rose che mi seguono da anni fiorire stentatamente, ma pervicacemente, e le ricambio con poco concime e qualche spruzzata politicamente scorretta. Continuo a trascurare serenamente le due o tre grasse che hanno vissuto con me un po’ dappertutto e che sono convinta verrebbero uccise da un improvviso prodigarsi di attenzioni. Guardo la vite vergine e il caprifoglio, rasati a zero al terzo trasloco, germogliare timidamente, increduli di una nuova primavera e di un po’ di pace. Cerco l’ombra per le mie saxifraghe stolonifere, che sognano sottobosco e profumo di terra bagnata. Io, da parte mia,  sogno i selvaggi balconi di Barcellona e provo a replicarli un po’ come riesco, in un tempo elastico sottratto alle cose concrete. Pianto minuscole creature in vasetti di fibra vegetale, perché ora ho due bambini ed è forse (anche) così che si insegna a stare al mondo. E sempre scrivo, riscrivo nella mente, e rimodello, a parole volanti, quelle storie zen che le piante continuamente mi sussurranno. Qualcuna me la dimentico, qualcuna no.
C’è la primavera, una nuova casa, con un balcone orientato a sud, e grande luce. Forse si può ricominciare a scrivere di giardinaggio sentimentale.

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