Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


mercoledì 16 novembre 2011

Regola n. 1. Il giardino si fa da solo. Introduzione.


E anche il terrazzo, il davanzale e persino la piccola selezione di piante d’appartamento davanti alla finestra. Questo assunto, che guida il mio agire e giardinare è consolante e impegnativo insieme.
L’origine è familiare (donc sentimentale), materna. Insomma, mia madre dice che Il giardino si fa da solo perché non siamo davvero noi a decidere che cosa gradirà.
E’ un po’ come quando si fa un regalo a qualcuno. Possiamo sapere i suoi gusti, la sua taglia, che cos’ha e cosa gli manca. Ma qualche variabile ci sfugge sempre. A meno che la persona a cui vogliamo fare il dono non collezioni elefantini di pietra o bocce di vetro, e allora sarà facile non sbagliare.
Ecco, il giardino è un collezionista, con i suoi vezzi e le sue manie. Il rosmarino sì, la salvia no, le ortensie, sì, le fuxie non qui, un po' più in là. E così via. 
Fatte salve le regole di base come esposizione, luce, vento, temperatura, quando si progetta un giardino (e soprattutto se NON si progetta, ma si agisce d’istinto e cuore)non si sa mai con certezza come finirà.
E così si prova, e si sta a guardare.

Nessun commento: