Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


venerdì 30 marzo 2012

Resistenze a pubblico ufficiale.

Ho già parlato della mia passione per i giardini fantasiosi e irregolari, e in generale di come aderisca empaticamente a molti dei tentativi di resistenza anarchica all'uniformità -e talvolta anche alle uniformi.
Viaggiando un po', ho trovato un bellissimo blog che si chiama Outsider Environments Europe. Racconta per immagini e per parole strane storie di gente che ha deciso di disegnare in tre dimensioni la mappa del suo mondo interiore.


Matti, eccentrici, pensionati, viandanti radicati a un certo punto in un luogo, vecchi hippy con la treccia e la barba, giovani non adatti, contadini analfabeti eccetera eccetera tutti uniti da un istintivo o molto consapevole rifiuto di un'estetica di pubblico dominio. Ognuno per sé, impermeabile alle rimostranze di vicini o urbanisti, applica il suo diritto alla differenza e indossa un luogo come un vestito eccentrico (oggi metto le calze a pois all'ingresso di casa mia).





In un mondo in cui l'occupazione, lo sfruttamento e la sottrazione di territorio e di bellezza, sotto forma di cartelli pubblicitari, grattacieli, alte velocità, abbattimento di alberi, schermi al plasma e superstrade è pratica di prevaricazione quotidiana e raramente discussa, amo pensare questi luoghi anarchici come avamposti a difesa di un libero esistere e di tutti noi.

 tutte le foto arrivano dal blog che ho citato.

2 commenti:

lorenza zambon ha detto...

bellissimo! tutto il mio entusiasmo

giulia capotorto ha detto...

Grazie Lorenza, e grazie per le tue erbe da marciapiede:-)